Direzione Nordkapp

Nordkapp 2021

Finalmente è arrivato il giorno della partenza , e’ mattina inoltrata quando saluto mia moglie e con un po’ di malinconia esco dal garage ed inizio quest’avventura , tanto sognata ed attesa , la meta e’ Norkapp, il progetto prevede di salire dalle R.Baltiche e fare la Costa Norvegese  e le Isole Lofoten quando ridiscendo a sud.

Avevo  pianificato  d’arrivare  a Vienna  , ma essendo in anticipo di un giorno rispetto alla data  di partenza che avevo  progettato  a tavolino decido di fermarmi nei pressi del confine di Tarvisio in un camping trovato al momento .

Avevo preventivato questo viaggio da fare in solitaria,  poi Giovanni amico e collega di lavoro mi ha chiesto se poteva accompagnarmi, ho acconsentito anche se la sua partecipazione  è  stata in forse fino all’ultimo per via della situazione  pandemica.

È  riuscito a fare  le due vacinazioni in tempo ed avere il Greenpass valido   proprio  il giorno prima  della partenza.

La mattina seguente  mi sveglio con il ticchettio delle goccie d’acqua che cadono sul telo della mia tenda , piove.

Fortunatamente dura poco e appena  le condizioni meteo  lo permettono smontiamo tutto e si parte alla volta di Vienna .

Percorsi qualche km nei pressi della frontiera veniamo incanalati in un piazzale dove delle guardie ci controllano il Green Pass il certificato che ci permette di viaggiare in Europa , e’ in vigore proprio da oggi .

Tutto fila liscio e riprendiamo la marcia verso Vienna , dove giungiamo nel primo pomeriggio .

Prima di recarci in albergo facciamo un salto al negozio Louis per accquistare un paio di stivali per Giovanni che si sono rotti il giorno prima .

Facciamo check in appena in tempo per evitare un mega diluvio che durera’ tutta la notte.

Le nostre moto dormono tranquille nel garage del hotel.

Riprendiamo il viaggio la mattina seguente , è l’alba, oggi ci aspetta una bella tappa ,la meta e’ Varsavia ,ci arriveremo dopo aver attraversato la R.Ceca .

La giornata e’ stata molto pesante , soprattutto per i lavori incontrati dopo aver lasciato il confine Ceco , lavori per centinaia di km e code infinite .

Alla fine arriviamo e alla sera ci concediamo un bel giro e una cenetta nel centro di Varsavia .

monumento che ricorda la rivolta di Varsavia 1944

Sono da poco passate le sei del mattino quando riprendiamo il viaggio ,piove , ma non e’ nulla rispetto a qul che ci aspetta alla periferia di Varsavia .

Facciamo sosta per un cappucio e rifornire le moto appena fuori citta’ ,  ripartiti ci investe un nubifragio che ci accompagna fino alla frontiera con la Lituania , la pioggia e’ talmente forte che non riesci a vedere ad un palmo dal naso , quando incroci dei camion ti sparano addosso una cascata d’acqua mista a della sabbia che sembra di essere sotto un getto di un’insabbiatrice .

Per fortuna alla frontiera della Lituania tutto finisce.

E’ stata dura e anche l’abbigliamento tecnico e’ stato messo a dura prova , i miei stivali Tcx in gorotex e i pantaloni dell’Alpinestars laminati hanno fatto il loro dovere, un bel test.

Ho anche la giaccha Clover laminata , ma ho preferito indossare una cerata piu’ che altro per proteggierla da tutto il fango sollevato dei veicoli che ho incrociato .

Alla border nessun controllo cosi come le altre fatte in precedenza.

Una volta entrati in Lituania lasciamo la direttrice principale , ci inoltriamo tra le stradine demaniali , la poverta’ in questi luoghi e’ molto evidente e il contrasto tra’ il benestante ed il povero e’ molto marcato.

Le soste fotografiche si moltiplicano e anche quelle per scambiaare qualche parola con la gente del posto .

Bancarelle di frutta e verdura contornano le arterie in questi luoghi , in pratica cercano di vendere il frutto del loro duro lavoro .

In una di queste ci fermiamo e acquistiamo fragole e cigliegie.

Una delizia ai nostri palati .

Ad una ottantina di km da Riga facciamo visita alla collina delle croci

La Collina delle Croci è un luogo di pellegrinaggio e meta turistica che si trova nei pressi della città Lituana di Šiauliai, qui ci sono piu’di quattrocentomila croci , da oggi anche la mia , l’ho acquistata in una bancarella e l’ho posata in mezzo alle altre sulla collina

Il caldo e’ asfissiante , alle venti raggiungiamo Riga stanchi morti .

La Città è accogliente e in alcuni scorci si evidenzia il passato ed in alcuni  la voglia di modernità.

Verso sera vengo raggiunto da una chiamata al cell, è Lorenzo che è in viaggio anche Lui verso Caponord, ci conosciamo solo tramite una chiat , chiacchieriamo un po’ e mi chiede dove sono, gli rispondo a Riga, Lui mi conferma che è a circa 400 km di distanza da noi, ci confrontiamo sui  programmi e concordiamo di ritrovarci  a Tallin il giorno seguente .

Il mio progetto  prevedeva di entrare in Russia, visitare Sampitroburgo  e salire fino a Murmask ma la frontiera tra l’Estonia e la Russia resta chiusa e non fanno passare nessuno via terra causa pandemia ,  decido un cambiamento di programma.

Alla mattina percorriamo i 350 km con molta calma e passate di poco le 14.00 prendiamo alloggio nel nostro Hotel, poco dopo arriva Lorenzo.

Pomeriggio a zonzo per la città ed alla ricerca dalla biglietteria per acquistare il biglietto per il traghetto che all’indomani ci condurrà ad Helsinki , qualche souvenir e infine un ottima cena in un locale tipico, e prima di rientrare in hotel facciamo un giro nella città vecchia.

La partenza del traghetto è fissata per le nove quindi con un po’ di anticipo ci rechiamo al porto, e qui veniamo accolti da dei Poliziotti che di prima mattina ci fanno l’alcool test e poi controllo Green Pass ed i biglietti .

Superiamo i controlli e ci imbarchiamo .

La traversata dura due ore e le trascorriamo  parlando di cosa faremo una volta sbarcati ad Helsinki.

Dicido anzi decidiamo che prima di lasciare Helsinki di fare un “salto ” a vedere la cattedrale Luterana ,   sbarcati  dobbiamo passare la dogana d’entrata  in Finlandia.

I controlli a questa border sono molto rigidi , anche se siamo coi documenti tutti in regola Green Pass  compreso la cosa mette un po’ di ansia .

Vengo fermato una prima volta da un addetta ai controlli, quest’ultima mi indica quale corsia prendere e mi pone delle domande, poi vengo indirizzato sotto un tendone e qui mi fanno compilare un modulo  per sapere dove provengo e dove sono diretto, altro step vengo preso in consegna da un doganiere che controlla il passaporto e il Green Pass, superato anche quest’ostacolo ho il via libera… Sono ufficialmente in Finlandia.

Stessa procedura per Giovanni e Lorenzo .

Lorenzo decide di fare un po’ di strada con noi .

Il caldo è insopportabile, lasciamo Helsinki  , la nostra prossimamente meta è Rovaniemi che dista 850 km , troppi per percorrere il tragitto in giornata.

La Finlandia da subito l’impressione di una Nazione molto ordinata , mano mano che ci allontaniamo dalla capitale i centri abitati si fanno sempre più rari , finché  fanno capolino i boschi di abeti, quest’ultimi ci faranno compagnia fino al Circolo Polare Artico.

Sono infiniti  e fanno da cornice alle lunghissime strade dritte  che  ci sono qui.

Non oso immaginare come sarebbe il mio viaggio se avrei deciso di fare il percorso inverso, mi troverei in questa situazione stanco per i km fatti e poco motivato per aver di già visto tutto quel che mi sono prefissato .

Giungo alla conclusione che ho fatto bene a scegliere questa direttrice .

Nel frattemo si è fatto tardi e  cerchiamo un campeggio per  passare la notte .

Una sana doccia e un bel piatto di spaghetti al pesto chiudono la giornata.

La mattina facciamo colazione nella cucina comune del campeggio , poi sistemato tutto si parte alla volta di Rovaniemi dove  arriviamo in serata.

Il panorama Finlandese si riassume cosi:

Laghi, strade dritte foreste.

L’asfalto bollente ed il caldo  ci mettono a dura prova , il termometro della moto segna costantemente i 33/34 gradi .

Le soste son frequenti  , in una di queste facciamo anche la conoscenza delle zanzare locali , micidiali.

Verso le 18.00 arriviamo a Rovaniemi  dove si trova il Villaggio di Babbo Natale .

Siamo al Circolo Polare Artico .

Sembra impossibile ma qui il termometro segna 34 gradi .

Giriamo un po’ per il villaggio , molte attivita’ commerciali sono chiuse , poca gente in giro .

Prima di lasciare il sito scambiamo quattro chiacchiere con dei ragazzi Polacchi che la sera prima erano nostri vicini di tenda nel camping, anche loro sono diretti a Nordkapp.

Ora dobbimamo trovare una sistemazione per la notte , nel villaggio c’e’ un campeggio dove e’ possibile affittare delle Hitte , ma dando un occhiata al TomTom notiamo che a cinque km da noi c’e un camping in riva ad un lago , si decide di andare a vedere e la nostra scelta e’ azzeccata , il campeggio e’ molto bello e curato e praticamente non c’e nessuno , solo qualche camper.

L’unica nota negativa sono le zanzare , per fortuna Giovanni ha con se’ un repellente che tiene lontano per un po’ gli insetti.

Ceniamo e ci ritiriamo nelle nostre tende  , non ci rendiamo conto che sono quasi le 23,00 di sera e praticamente e’ come se fosse le 11.00 del mattino .

Questa situazione ci accompagnera’ per i giorni a venire .

Partiamo da Rovaniemi ,con un un tarlo che ci rode in testa  , anzi due .

Il primo e’ il passaggio alla frontiera Norvegiese , il secondo e’ quello che una volta entrati in Norvegia se proseguire per Caponord o andare verso Hamnimberg come da programma .

Giovanni ha guardato attentamente le previsioni meteo e proprio la nottata di oggi sarebbe l’ideale per vedere il sole a mezzanotte , poi stando alle notizie meteo per qualche giorno ci sara’ brutto tempo  e questo ci neghera’ di vedere lo spettacolo della natura ai massimi livelli, ma andiamo con ordine .

Partendo da Rovaniemi per raggiungere sia Vardo sia Nordkapp abbiamo deciso di passare da Inari lungo la E75 , e fino a che non arriveremo a lago di Inari abbiamo tempo per decidere che strada prendere, Lorenzo in qualsiasi caso proseguira’ per la frontiera di Karasjok , noi se decidiamo di andare direttamente a Norkapp faremo lo stesso itinerario nel caso la nostra meta sarebbe Vardo ad Inari si cambia strada .

Arriviamo ad Inari piu’ o meno all’ora di pranzo .

Un bel piatto di spaghetti in un bel contesto ci portera’ consiglio.

Con la pancia piena si ragiona meglio , ed in comune accordo si decide di tentare di andare a Nordkapp direttamente .

Ora pero’ c’e da entrare in Norvegia che ha riaperto da poco i suoi confini.

Ci rimettiamo in strada sotto un sole rovente ed il primo segnale che siamo sulla strada giusta e’ questo .

Poi entriamo in Lapponia.

E poco dopo lungo la strada troviamo la border Norvegiese .

Veniamo fermati da dei militari addetti ai controlli , Io e Giovanni li passiamo  dopo aver mostrato i nostri documenti, per Lorenzo  ci sono dei problemi  che nell’arco di un oretta si risolvono … siamo tutti e tre in territorio Norvegiese .

Facciamo ancora un po’ di strada e sostiamo per idratarci un po’ , la commossione e’ palpabile , un po’ di preocuppazione c’era ma ora siamo qui e vogliamo portare a termine il proposito di raggiungere Nordkapp in serata .

Strada facendo il paesaggio muta , e l’entusiasmo sale .

Incominciamo ad incontrare i primi gruppi di renne , in precedenza le si incontravano ad una ad una .

Ed ad un tratto appare questo :

Oramai manca poco alla meta, decidiamo prima di recarci al Globo di trovare una sistemazione per la notte , al primo tentativo troviamo  tutto pieno , all’ultimo camping prima di Nordkapp troviamo delle Hitte libere , si decide per una a testa per questa notte .(Se di notte si puo’ parlare ,qui  c’e’ sempre luce)

Sono oramai le 21.00 di sera quando  prendiamo possesso delle nostre casette, ora non ci rimane di raccogliere il frutto del nostro azzardo odierno ,  e che frutto!!!

Dal campeggio al Globo mancano solo 15 km , li percorro ad andatura lentissima , mi voglio godere tutta la strada , l’adrenalina sale e nella mia mente affiorano tutti i momenti che ho sognato questo pezzo di strada , non per ultimo il mio pensiero va alla mia famiglia ed a mia moglie che ha assecondato questo mio progetto , come vorrei che fosse qui con me’ in questo momento .

Arriviamo al cartello stradale che indica la localita’ di Nordkapp

Il casello d’entrata al piazzale dista un centinaio di metri

Dopo le foto di rito entriamo nel sito dopo aver parcheggiato le moto.

L’emozione e’ alle stelle , c’e pochissima gente in giro , ma lo spettacolo della natura e’ grandioso…  ecco a voi il sole di mezzanotte.

Verso l’una vado a prendere la moto e la posiziono sotto il globo per la foto di rito .

Dei turisti Norvegesi notano la targa della moto e si avvicinano e mi fanno domande sul mio giro e la strada che ho percorso e che ho intenzione di fare ,alla fine si complimentano e mi chiedono se possono fare una foto insieme.

Giro un po’ nel piazzale che nel frattempo si e’ svuotato di tutte le persone.

Verso le due di notte decidiamo di far ritorno al camping accordandoci  che all’indomani anzi questa mattina ce la prendiamo comoda  senza vincoli d’orario per la sveglia .

Al mio risveglio trovo di gia’ Lorenzo indaffarato nei preparativi per la partenza , giovanni dorme ancora .

Lorenzo dopo poco  ci saluta , le nostre strade si dividono qui , Lui ha altri progetti , noi abbiamo intenzione di visitare un po’ la penisola di Hovoysund,

Preparati i bagagli lasciamo alle nostre spalle il Midnattsol Camping e dentro di me spero che sia un arrivederci e non un addio.

Facciamo poca strada ed ci fermiamo nuovamente in uno store ad acquistare qualche ricordo di questi luoghi da regalare ai nostri cari ed a fare il pieno di benzina alle moto.

Prima della galleria che unisce l’isola di Mageroya dobbiamo fermarci ancora per attendere la safety car che incolonna le auto e moto dietro il grosso Tir che e’ adebito alla pulizia della galleria .

Quest’ultimo precede tutta al fila e spara acqua a forte pressione sulle pareti del tunnel sottomarino lavando le pareti , non vi dico in che stato siamo usciti dal tunnel.

Percorriamo un po’ di strada in direzione Hovoysund

quando mi accorgo che qualcosa non va’ nella ruota posteriore , il manometro mi segnala un lieve calo di pressione .

Mi fermo e  realizzo che i miei sospetti erano fondati .

Ho una punta in ferro conficcata nel pneumatico , presa con molta probbabilita’ nella galleria dove stavano facendo i lavaggi attraversata poco prima.

Verificato che la gomma aveva smesso di perdere pressione  mi consulto con Giovanni e decido  di non togliere la piccola lama dal pneumatico , se le cose peggiorano sono sempre a tempo a  ripararla , Questa decisione mi comporta anche un cambiamento di programma , praticamente si decide di ritornare sui nostri passi e dirigerci verso Alta dove avro’ piu’ possibilita’ di trovare un gommista in caso di bisogno , se avrei proseguito le possibilita’ sarebbero state pressoche zero , essendo la penisola di Hovoysund poco abitata.

Nel frattempo il tempo peggiora .

Inizia a piovere  a dirotto e tira un vento fortissimo da mettere a dura prova la nostra stabilita’ , fa freddo .

Strada facendo noto che la pressione della gomma tiene , probbabilmente scaldandosi la gomma si e’ stabilizzata e non perde piu’ aria , comunque sono tranquillo , ho con me’ tutto il necessario per la riparazione , decido di proseguire cosi’ .

Ad una sosta per fare benzina intravediamo una moto davanti a noi , e’ Lorenzo !!!

Con stupore ci chiede come mai eravamo da quelle parti , visto che avevamo deciso di andare in un’altra direzione .

Lo aggiorniamo dell’accaduto e  delle nostre intenzioni sul percorso e visto che per un po’ i nostri tragitti combaciano proseguiamo la strada ancora insieme finche’ i rispettivi programmi ce lo permettono.

Stanchi ed infreddoliti trorviamo un alloggio per la notte .

La mattina seguente ci salutimo nuovamente , Lui andra’ alle isole  Lofoten via terra , noi invece scenderemo fino a Senja e ci imbarchermo per le Lofoten a Gryllefjord, ma anche stavolta non abbimo fatto i conti col maltempo.

Partiamo sotto una leggera pioggia , ma col passare del tempo il meteo peggiora e di brutto , e’ peggio del giorno precedente .

Acqua e vento fortissimo sono la costante per quasi tutto il giorno .

Arriviamo nella penisola di Senja e apprendiamo che tutti i traghetti odierni  per  Andenes sono sospesi .

In un baleno decidiamo di fare il percorso aritroso fino al bivio che incrocia la strada che porta alle Lofoten attraverso ad un ponte e poco dopo i bivio ci fermiamo a riscaldarci ed a mangiare qaulcosa in una stazione di servizio e qui  ritroviamo nuovamente Lorenzo .

Quest’ultimo ci aggiorna su un problema che ha con le sue carte di credito fortunatamente tutto si e’ risolto in poco tempo , noi gli raccontimo le nostre peripezie mattutine alla penisola di Senja .

Probabilmente e’ destino , il trio e’ di nuovo riunito e marcia spedito verso l’Isole Lofoten.

In serata  troviamo alloggio proprio sotto il ponte che collega la terra ferma e le isole in un camping , dormiremo in  un conteiner adibito ad appartamento , tutto sommato non manca nulla , dal riscaldamento alle doccia ed una finestra in cucina  con vista sul mare , poi quando si e’ stanchi ed inzuppati tutto va bene .

Ad onor di cronaca c’erano altre possibilita’ di pernottare , ma dal prezzo carissimo.

La mattina seguente mi sveglio presto e decido di controllare la pressione elle gomme, noto che sono molto al di sotto della pressione ideale di esercizio , forse anche preche’ la temperatura e’ molto bassa rispetto ai giorni precedenti .

Mi metto all’opera e col compressore portatile riporto la pressione ai livelli standard , ma commetto l’errore di non accendere la moto durante l’operazioneper non disturbare chi dorme ancora  ,

Il risultatoe’  che ho scaricato la batteria della moto e quest’ultima non si accende piu.

Non mi perdo d’animo , ho con me’ un avviarore d’emergenza che uso anche per ricaricare i miei dispositivi eletronici durante le notti in tenda dove non c’e’ possibilita’ di collegarsi alla corrente eletrica .

Con l’aiuto di Giovanni risolvo tutto in pochi istanti e una volta sistemati i bagagli il viaggio continua , dopo aver salutato dei nuovi amici Pakistani che avevano assistito alle operazioni di ripristino della batteria.

Risolto anche questo problema ci rimettiamo in viaggio , il tempo non e’ dei migliori , pazienza fa parte del gioco , le Lofoten ci attendono.

La giornata odierna sara’ dedicata alla visita dell’isola  ed alla prima sosta in una gas station incontriamo i primi ecquipaggi di Italiani diretti a Nordkapp che fanno il precorso inverso al nostro .

Nonostante i tempo perturbato lo spettacolo delle isole e’ fantastico.

Ci imbattimo anche nelle famose “restelliere ” dove vengono messi a seccare  al sole lo stoccafisso .

Devo dire che a restar li sotto non e’ il massimo della vita .

Il nostro girovagare per l’isola ci porta dopo aver attraversato Reine al paese col nome piu’ piccolo del mondo .

A Moskenes ci imbarchiamo per Bobo dove giungeremo dopo quattro ore di navigazione .

Nell’attesa del traghetto facciamo conoscenza di una coppia Svizzera che viaggia nella nostra stessa direzione a bordo di due BMW GS 12500.

Un caffe’ Italiano e una tartina col salmone  offerta dai nuovi amici inganna l’attesa del ferry.

Sbarchiamo a Bodo che sono le 23.00 ma col sole , non sembre vero .

Ora ci si presenta dove andare a pernottare.

Consultiamo il TomTom per trovare dei camping nelle vicinanze , il primo che raggiungiamo la recepsion e’ chiusa , il secondo la situazione e’ analoga .

Una Signora ci vede indaffarati davanti all’ingresso del campeggio si avvicina e si offre di aiutarci .

Alla fine entreremo nel campeggio ,e’ passata da poco mezzanotte e pianteremo le nostre tende , l’indomani mattina regolarizeremo la notra situazione .

In questi luoghi e’ un prassi comune , c’e un ripetto civico fuori dal comune … un altro pianeta.

Al mattino una volta aperta la recepsion paghiamo il dovuto e dopo aver salutato la gentile signora che ci ha aiutato la sera precedente  proseguiamo il nostro cammimo verso sud .

Io e Giovanni proseguiremo percorrendo la FV17 che costeggia per settecento km la costa , e Lorenzo preoseguira’ percorrendo l’E6.

Lo salutiamo e da qui in poi non lo rivedremo piu’anche se giornalmente con i aggiorniamo sulle nostre posizioni.

La panoramica Fv17 e’ una bellissia strada e per percorrerla in toto bisogna prendere sei traghetti , la strada si snoda tre isole e fiordi e altipiani con viste incantevoli .

Le soste fotografiche si fanno frecquenti, ed ci scappa anche uno spuntino on  the road.

Questa strada è magnifica , traffico pressoché nullo , trascorriamo tutta la giornata su questa direttrice di tanto in tanto si arriva all’inbarcadero dove prendiamo un traghetto che ci permettere  di passare tra una sponda all’altra dei fiordi .

Proseguendo sull’FV17  in direzione sud  si scende anche sotto il Circolo Polare Artico , ma questo avviene quando sei su un traghetto , lo spiker di bordo lo annuncia con un po’ di anticipo in modo che i passeggieri possono immortalare l’evento .

Il punto esatto e’segnalato sulla terra ferma da un mappamondo simile a monumento che c’è Caponord.

Sono le da poco,passate le 19.00 quando decidiamo di fermarci per la notte, oggi abbiamo percorso circa 300 km è preso 3 traghetti .Troviamo un camping proprio  vicinissimo al porticciolo dove parte il traghetto che dovremmo prendere domani mattina .

Alla reception del camping ci viene proposta una sistemazione diversa dalle ” solite” Hitte , accettiamo la proposta, ci assegnano un bel appartamento ad un prezzo super conveniente .

In serata il tempo peggiora e questo ci condizionerà sulle nostre scelte all’indomani.

E domenica undici luglio , dopo aver rabboccato i nostri serbatoi  nel distributore presente sul molo ci posizioniamo sulla corsia dedicata  all’imbarco , il pontile è deserto,è solo presente un autobus che staziona li dalla sera precedente.

Del ferry nemmeno l’ombra , diamo un occhiata agli orari e costatiamo che oggi è un giorno di festa e le corse sono molto ridotte.

Nel frattempo inizia a piovere a dirotto, io e Giovanni analizziamo la situazione ed in comune accordo decidiamo di cambiare i nostri programmi, anche perché il tempo d’attesa del Ferry è superiore alle due ore.

Prendiamo le moto e ritorniamo indietro di una trentina di km  sul percorso di ieri e giunti ad un bivio prendiamo la direzione di Mo i Rana e una volta in zona percorreremo l’E6   e poi giù fino a Steinkjer dove ho fissato un appuntamento con il mio amico Paolo, anche lui in viaggio in Norvegia.

l’E6 snoda il suo percorso più in quota rispetto alla FV17 e non prevede tratti in battello e questo mi permette di onorare l’impegno preso con Paolo parecchi mesi prima.

Se avessi mantenuto l’itinerario sul FV17 non mi sarebbe stato possibile .

Sull’E6 il tempo e’ piu o meno simile , pioggia e schiarite si alternano per tutta la giornata , durante una sosta alle cascate Laksforsen contatto Paolo e mi conferma che anche Lui sta’ percorrendo questa strada e mi da’ la sua posizione e mi dice che e’ piu’ indietro rispetto a noi .

Ci accordiamo di sentirci nel pomeriggio per darci un luogo di ritrovo per la sera.

A qualche km da Steinkjer trovo un campeggio con due Hitte libere  e lo comunico a Paolo e dopo qualche minuto Lui ci raggiunge alla recepsion .

Passeremo la serata cenando insieme e raccontandoci qualche anedoti dei nostri viaggi .

Durante i lunghi mesi invernali e i mesi del lockdowun abbiamo parlato molto sulla possibilita’ di incontrarci qui in Norvegia ed essere riusciti nel nosto intento mi rende felice .

Dopo cena Paolo si ritira nella sua casetta , domani partira’ molto presto ,io e Giovanni guarderemo la finale dell’Europeo in compagnia di altri ospiti del campeggio , quest’ultimi tifavano  tutti per la nostra Nazionale .

E moto presto quando intravedo dalla finestra della mia Hitte Paolo che sta’ partendo , esco per salutarlo e  ci diamo un arrivederci sulle nostre strade dell’ Appennino Emiliano Piacentino.

Pochi  istanti dopo lo vedo allontanarsi dal campeggio, resto li  immobile finche lo vedo scomparire dietro ad un edificio.

Un’ oretta dopo siamo anche noi in viaggio , la nostra meta odierna e’ la famosa Atlantic Road che raggiungiamo dopo 350 km “saltellando” tra un isolotto e l’altro per mezzo di ponti avveneristici e traghetti super efficienti .

L’Atlantic Road mi lascia un po’ deluso  , il ponte amplifica l’immagine ed il mito di questa strada , ma credo che in Norvegia ci siano strade molto ma molto più belle di questa , e ne avrò conferma nei giorni seguenti.
Proseguendo per il mio itinerario riesco a prendere al volo ( stava di gia chiudendo la rampa di accesso) un traghetto e dopo sbarcato trovo una comoda Hitte con una bellissima vista sul Fiordo.
In questo camping sono quasi tutti pescatori, ed alla sera li vedi “sciamare”verso il piccolo molo privato, dove piccole imbarcazioni sono in attesa dei loro clienti, rientreranno all’alba.

All’indomani mentre carico la moto incontro un simpatico Signore Tedesco con cui avevo scambiato due chiacchiere la sera prima , gli chiedo come era andata la pesca, Lui mi risponde che non era andata troppo bene, mi mostra il pescato di gia’ pulito e messo in un contenitore sotto sale, e vuole regalarmelo, ringrazio del pensiero e gli spiego che starò fuori ancora qualche giorno e non è il caso che mi porti con me il pesce.
Si fa due risate e mi da una pacca sulla spalla e salutando si allontana verso la sua Hitte .
Metto in moto e lascio alla mie spalle questo magnifico posto e penso:
” È proprio vero, Caponord è la metà, episodi come questo che vi ho appena citato sono parte del viaggio che difficilmente mi scorderò ”
E ne posso descrivere molti altri.

Oggi il menù offre un piatto niente male.
La strada dei Troll è il Dalsnibba e la strada panoramica 55 che  dopo averla percorsa  devo die che è stupenda , magnifica.

Sono più o meno le 8.00 del mattino quando mi faccio immortalare di fianco all’emplema della strada dei Toll, ho anche intenzione di acquistare dei souvenir per regalare alle persone a me care , e soprattutto un peluche da portare al mio nipotino di due anni, che quando lo sento in video chiamata mi chiede sempre :” Nonno la renna”
Credo che sia impossibile portargliene una vera, ma ho trovato un bel pupazzo che la rappresenta e questo mi rende felice, spero che l’apprezzi.
Terminato il dovere di nonno incomincio a salire e fotografare dove possibile le bellezze della strada.

Raggiunta la cima faccio un altra sosta e mi faccio un giro a piedi nei dintorni , e scambio qualche opinione con dei mototuristi italiani , scoprendo più tardi che già ci conoscevamo, anche se in modo virtuale tramite una chiat che frequentiamo.
Di nuovo in sella e via verso nuove viste mozzafiato ed il Geirargenfjord.

l’itinerario di giornata prevede anche  di salire al Dalsnibba che e’ accessibile seguendo una strada a pagamento .

Ma prima mi concedo uno spuntino a base di sardine in scatola che avevo acquistato in precedenza ( si lo so non è il massimo ma oggi il convento passa questo) e dal piazzale adibito a pic nic si gode di un bellissimo panorama .

Dopo il casello d’accesso al Dalsnibba la strada sale molto rapidamente , ma una volta giunti al parcheggio il panorama e’ stupendo , un angolo di Paradiso.

Sceso di nuovo sulla terra mi dirigo verso Lom ed appena raggiungo l’abitato svolto a sinistra ed imbocco la panoramica FV 55 , secondo il mio parere una delle più belle strade della Norvegia.

Questa strada si snoda su un altopiano fantastico , di tanto in tanto si incrociano delle ramificazioni che sinceramente non saprei dire dove portano , confesso che mi sarebbe piaciuto inforcarne una e vedere dove andava a finire , ma il tempo e’ tiranno e il freddo incomincia a penetrare nelle ossa .
Sono quasi le otto di sera quando trovo una sistemazione lungo la strada, una cabin per 2 persone al prezzo di circa 40 euro . Doccia e poi cena preparata nella cucina comune del camping , quattro chiacchiere con un altro motociclista e a nanna.

La mattina mi da’ il buongiorno con l’aria frizzantina , mi metto in viaggio in direzione Preikistolen , nel tragitto mi imbatto nell’
Lærdalstunnelen , questa galleria e’ lunga 25,41 km e se non erro e’ la galleria stradale piu’ lunga al Mondo ed in certe zone del tunnel ci sono dei piazzali colorati .

ùù

Una volta uscito mi fermo al primo distributore e la mia curiosita’ e’ attirata da un bus molto datato , mi avvicino per immortalarlo quando un autista ( nei pressi c’era un deposito di autobus ) che era nei paraggi mi nota e si avvicina , cerco di spiegagli che quando lavoravo ero un conducente di autobus , Credo che lo abbia capito anche se il mio inglese non e’ poi cosi’ tanto perfetto , Lui si mette a conversare con me in una lingua a me sconosciuta , avro’ appreso un terzo di quello che cercava di farmi capire , e quel che ho appreso e’ stato solo per l’esperienza di autista e dai suoi gesti , insomma un bel casino .

Chiuso il simpatico teatrino riprendo la marcia e come ogni giorno ti vorresti fermare sempre ad ogni angolo , ad ogni panorama , ma se farei cosi non arriverei piu’ dove vorrei.
Alle cascate Latefossen faccio la conoscenza di un motoviaggiatore Tedesco che con la sua GS Basic sta girando la Scandinavia in solitaria , la sua moto ha all’attivo 900.000 Km , non male eh?

Riprendo la marcia e riprendono i panorami mozzafiato.

Nel tardo pomeririggio arrivo al campeggio posto ai piedi del Preikistolen.
Arrivando nel piazzale di quest’ultimo noto una fila di camper ed auto in attesa del turno per entrare alla recepsion , intanto che aspetto il mio turno do ‘un occhiata in giro , e giungo alla conclusione che per i miei gusti c’e’ troppa confusione , in un baleno faccio mente  locale e mi ricordo di un bel campeggio che avevo notato sulla strada che avevo percorso poco prima ,decido di tornare sui miei passi e in una mezzoretta ho la tenda piantata in un bellissimo prato , il camping e’ a conduzione familiare e il titolare quando gli chiedo se posso entrare visto che la recepsion e’ chiusa mi dice di servirmi di tutto quel che mi serve che all’indomani avrei pagato con calma .

E’ mia intenzione fermarmi due giorni qui in modo che il giorno dopo avrei la possibilita’ di salire al Pulpito .
Purtroppo non ho fatto i conti con l’oste , il giorno dopo mi sveglio sotto una pioggia fitta e nuvole bassissime , e stando alle previsioni la perturbazione ristagnera’ sul posto per 48 ore .
Con questa situazione non ho intenzione di stare in zona se non ho la possibilita’ di salire al pulpito col bel tempo , allora saldo il mio debito e decido di avviarmi verso la Svezia dove giungo in serata .
Appenna superato il confine mi trovo un camping per il pernotto .
Questo campeggio e’ stato il peggiore di tutto il giro e per di piu’ mi ha lasciato un brutto ricordo .
Alla mattina dopo aver smontato tutto e caricato la moto mi dirigo verso un camper per salutare i proprietari , quando sento un botto ,mi volto e vedo la mia moto sdraiata sul lato . Cerco di rialzarla ma e’ un operazione impossibile , alla fine con l’aiuto di Giovanni e il proprietario riesco a raddrizzarla , verifico i danni e noto che i paracarene della Givi hanno fatto il loro dovere , la moto non ha un graffio ,devo solo sostituire la leva del freno che si e’ un po’ piegata .
Tutto sommato mi e’ andata bene , anche perche’ ero in un prato e questo credo abbia attutito molto il colpo.
Pensando all’accaduto riprendo la marcia , oggi mi aspetta una bella fetta di torta ed un caffe’ in quel di Malmo ospite di Francesco , un biker Palermitano che si e’ trasferito qui qualche anno fa’ , una tappa da lui per chi passa da queste parti e’ quasi un obbligo .
Ci eravamo sentiti via cell e quando arrivo all’orario stabilito trovo il cancello aperto e lui che ci sta’ aspettando .

Quando lascio la casa di Francesco sono le 18.00 circa e in un baleno trovo il camping posto proprio sotto il ponte di Orensund .
per essere sinceri Francesco mi aveva offerto ospitalita’ , ma ho ringraziato e ho preferito sistemarmi nel campeggio , perche non volevo approfitarmi della disponibilita’.
Devo dire che questo camping e’ il piu grosso della Svezia e lo si nota subilto dal decoro e pulizia che regnano qui dentro .
Una gustosa pizza per cena ed una birra e poi due passi per godermi uno spettacolo unico .

La serata scorre tranquilla , ho solo il pensiero su quale strada prendere per i ritorno , Francesco mi ha consigliato di prendere il Traghetto per Rostock a Gesder e di evitare la zona di Amburgo per via dei disastri che le innondazioni hanno procurato in Germania , decido di seguire i suo consiglio e una volta raggiunto il porto trovo subito il traghetto che parte ed in meno di due ore sono a Rostock , da qui Berlino e Lipsia e poi in un bel tappone rientro in patria via Sanbernardino .
Termina dopo 11000km il mio giro a Norkapp , all’inizio credevo che raggiungere il globo fosse il clou , ma mai mi sono sbagliato cosi’ tanto .
Raggiungere il mappamondo e’ si una bella soddisfazione , per di piu’ se si trova il bel tempo come ho avuto la fortuna di trovare , ma i ricordi piu’ belli sono dentro di me e nessuna reflex o video potranno mai immortalare , i rapporti umani con le persone incontrate durante il tragitto sono la cosa piu’ bella di questo viaggio, personaggi diversi in etnie e lingue ma pronti a interagire con me’ che ai loro occhi ero uno sconosciuto venuto da lontano .
E non scordero’ mai gli occhi dei bambini che in un villaggio rurale delle R.Baltiche gioivano solo a salire sulla mia moto .
Ora e’ tempo di riordinare le idee , e tirare un po’ il fiato , poi via a sognare nuove mete .
Un ringraziamento a tutti voi che avete avuto la pazienza di seguire il mio giro a Caponord.
Batty

I ” cimeli” che si sono aggiunti alla mia personale raccolta.
Ad ogni nazione che ho visitato in moto mi porto un piccolo ricordo e lo conservo su una grande trave sul mio camino .
Ad oggi sono arrivato a 30 .